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Cosa daresti per non avere mai problemi con la registra...
Il recente webinar organizzato FOA con il Consorzio Italiano Biogas (CIB) sulla nostra piattaforma “Frantoi Innovativi”, ha portato chiarezza su un tema strategico per i frantoi: la nuova normativa sulla certificazione di sostenibilità nella produzione di biogas e biometano. Con l’entrata in vigore del Decreto 7 agosto 2024, infatti, la filiera agroenergetica si trova di fronte a nuove sfide e opportunità che coinvolgono direttamente anche chi conferisce sottoprodotti agroindustriali come la sansa.
Vediamo cosa cambia, chi è coinvolto e cosa serve fare per continuare a operare in regola.
Il Decreto Legislativo 199/2021 ha stabilito i criteri di sostenibilità e riduzione delle emissioni per i biocarburanti, bioliquidi e biocombustibili da biomassa che possono essere “conteggiabili” come fonti rinnovabili ai fini energetici.
Per verificarne la conformità, è stato aggiornato il Sistema Nazionale di Certificazione della Sostenibilità, al quale è obbligatorio aderire:
Chi non rientra in questo sistema, perde ogni possibilità di incentivo e non può contribuire alla quota nazionale di energie rinnovabili.
Gli impianti di biogas sopra soglia hanno tempo fino al 31 dicembre 2025 per adeguarsi al nuovo sistema. Fino a quella data, possono continuare a operare con una autodichiarazione.
A partire dal 1° gennaio 2026, per essere considerati sostenibili, gli impianti dovranno essere certificati da un Organismo di Certificazione (OdC).
Non devono certificarsi autonomamente, ma devono essere inclusi nella cosiddetta certificazione di gruppo gestita dal titolare dell’impianto di produzione di biogas e biometano.
Nel caso in cui un impianto di produzione di biogas o biometano utilizzi biomasse di terzi, come la sansa di oliva, deve adottare la certificazione di gruppo. In questo contesto il produttore di biogas e biometano assume il ruolo di coordinatore del gruppo (delle varie filiere che conferiscono all’impianto) :
Per far parte di una certificazione di gruppo, il frantoio deve:
Si, purchè stabilsca un rapporto diretto con l’impianto di produzione, senza intermediari. Inizialmente il decreto sembrava limitare ogni fornitore a un solo gruppo per ogni prodotto certificato. Tuttavia, il Ministero ha chiarito, mediante una apposita FAQ, che:
“In assenza di intermediari, un fornitore può aderire a più gruppi e conferire la stessa tipologia di biomassa a più impianti.”
Questo ha rimosso un grosso ostacolo alla libera commercializzazione della sansa per uso energetico.
Il cuore della certificazione è la rintracciabilità completa delle matrici utilizzate per la produzione energetica. Ciò significa che deve esserci coerenza tra:
La certificazione della sostenibilità non è solo un adempimento: è un passo verso una filiera più trasparente, valorizzata e integrata con il mondo delle bioenergie. I frantoi, in questo scenario, non sono più semplici fornitori di sansa, ma partner strategici di una produzione energetica sostenibile.
Nextfuture continuerà a supportare i frantoi in questo processo, offrendo strumenti digitali, consulenza normativa e aggiornamenti attraverso webinar e contenuti informativi.
Per saperne di più, iscriviti alla nostra piattaforma https://www.frantoiinnovativi.it per non perderti nessun evento e nessuna novità
Articolo realizzato sulla base del webinar “Vendita della sansa agli impianti di biogas e biometano” tenutosi su “Frantoi Innovativi” e promosso da CIB e FOA, con l’intervento tecnico della dott.ssa Lorella Rossi.